La "Cosa" di Achille Occhetto




                       

La "Cosa" di Achille Occhetto


33 anni sono tanti e un frammento in rima che parla di quel tempo e di partiti ora scomparsi, ha bisogno di una introduzione per chi all’epoca era troppo giovane o neppure nato. Si tratta del cammino vissuto con grande sofferenza dalla base di una comunità politica (PCI) incerta di fronte al cambiamento proposto dall’allora Segretario del partito Achille Occhetto (abbandonare il comunismo, sciogliere il PCI e fondare il PDS). 

Armando è naturalmente Armando Cossutta leader della mozione 3, contraria alla proposta di Occhetto e che guidò la scissione dando vita a "Rifondazione Comunista", Ingrao è Pietro Ingrao (minoranza interna di sinistra) e Napolitano è il Senatore a vita già Presidente della Repubblica che all’epoca guidava la componente “migliorista” del Partito favorevole alla proposta di Occhetto che i media dell’epoca definirono la “Cosa”. In quel clima la “concorrenza” a sinistra tra comunisti e socialisti era molto forte.

La “cosa” dell'Achille
misteri più non ha
La quercia è presentata
a iscritti e autorità.
Ha le radici fonde
un bell'ombrello verde
e tutto quel che serve
alla continuità.

Fra soci e dirigenti
l'ansia del mutamento
produce turbamenti!
E' forte lo sgomento,
nutrite son le critiche
dei molti non contenti.

Scende l'Armando in campo
e grida a squarcia gola:
“manca la stella rossa!
manca il glorioso nome!
si liquida di netto
la nostra tradizione!

Compagni comunisti
nel verde quercioletto
nascosta è l'eresia
del Segretario Occhetto,
la sola unica via
per i lavoratori
è quella che han tracciato
i Padri Fondatori!

Al legno riformista
io contrappongo il ferro,
la falce ed il martello,
al verde ecologista
il rosso della stella
e il nome comunista!”

Salutano Cossutta
loro indiscusso re,
nostalgici, i compagni
della mozione tre.
Possente s'alza il grido
“Occhetto ci hai tradito
starà con noi - vedrai -
la base del Partito!”

Tuona l'Ingrao dal pulpito
e arringa gli scontenti:
“Compagni io dico NO!
Non siamo noi sconfitti!
Non siamo noi perdenti!
Perché, dunque, cambiare
i nostri sentimenti?

Per essere sincero
e onesto sino in fondo
vi dico che lo stemma
che Occhetto qui ci ha posto
meglio sarebbe adatto
a limitare un bosco!”

Con tratto da signore
Napolitano incalza:
“abbiamo poche ore!
la storia non ci aspetta!
sia l'albero pulito
da stemmi di Partito!

Senza dannose tare
di vecchi stalinisti
lasciandoci alle spalle
cortine e tempi tristi
approderemo alfine
ai lidi riformisti!”

Paziente e realista
la replica di Occhetto:
“Perduto è il nostro mito!
il comunismo è morto
e quanti l'han provato
di già l'han seppellito!

Lasciamoci alle spalle
i sogni d'utopia,
teniamoci a sinistra
- ma nella giusta via -
e diamoci una insegna
con la democrazia!

Cercate di non scuotere
più oltre il querciolone!...
se muore la mia pianta
- piuttosto prendo i voti
da monaco trappista! - …
non v'è più alternativa
al fiore socialista”!!!!



Giuseppe Bonacini (15/10/1990)  
                                           


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