Verardo il minatore

Un giovane solognese fra gli 867 italiani morti nelle miniere del Belgio:
VERARDO IL MINATORE
 
 

 Le notizie di lutto in poco tempo raggiungevano tutto il paese e la partecipazione al dolore era più intensa quando la morte si portava via una persona giovane. Fu così anche quella volta e nella mia memoria di bambino è impressa la commozione collettiva ed il cordoglio sincero dei tanti che venivano nell’aia dei Bertucci, di fronte alla abitazione di mia nonna, a Sologno, per porgere le condoglianze e chiedere notizie tra lacrime e abbracci. Mi trovavo ospite della nonna materna (frequentavo le elementari). Da adulto, nel ricordare questo avvenimento ben scolpito nella mia memoria, ho sempre ritenuto che Verardo Bertucci fosse morto in Belgio nella tragedia di Marcinelle dal momento che il drammatico incendio che l’8 agosto 1956 si portò via ben 262 minatori di cui 136 italiani viene ricordato, ogni estate, con cerimonie ufficiali in Belgio e Italia a cui i mezzi di comunicazione hanno sempre dedicato un ampio spazio. Il collegamento tra i due avvenimenti luttuosi, col tempo, nella mia memoria, si era consolidato.
Quando, tuttavia, durante il periodo del Covid ebbi modo di compiere approfondimenti fui sorpreso nello scoprire che Verardo non appariva nell'elenco delle vittime di Marcinelle. Continuando le ricerche mi resi conto che le tragedie nelle miniere carbonifere del Belgio sono state molto numerose e tra il 1946 ed il 1963 i minatori italiani morti risultano 867 su un totale di 1126 vittime. Non esiste, però, un elenco nominativo di tutte le vittime italiane nelle miniere belghe al pari di quello relativo ai 262 minatori morti nella più drammatica e “famosa” tragedia di Marcinelle.  
Nella scorsa estate (2022) ho avuto modo di parlare con Elsa Bertucci, cugina di Verardo, la quale mi ha chiarito gli avvenimenti: Verardo è morto a 26 anni di silicosi in un ospedale belga. Elsa mi ha informato di essere in possesso di una lettera a lei indirizzata scritta da Verardo dal letto dell’ospedale nel quale era stato ricoverato per curare  la malattia. Oltre a crolli, esplosioni ed incidenti vari, infatti, un’altra causa di morte in miniera è stata la silicosi ed il nostro giovane minatore solognese ne è stato vittima. Elsa non mi ha potuto mostrare la lettera di Verardo né precisarmi la data della sua morte essendo deceduta a Milano agli inizi del 2023 e
d è anche per sua memoria che ho deciso di scrivere questo breve ricordo di Verardo (vedi nota). Il mio amico Sergio Bertucci al quale mi sono rivolto mi ha precisato che Verardo aveva due fratelli che vivevano a Sologno (Prospero e Piero) mentre altri due (Luciano e Maria) vivono a Genova. Verardo è una figura emblematica dell'Italia del dopoguerra che spinse migliaia di italiani ad emigrare. Morire a 26 anni, solo, lontano dalla famiglia, in un ospedale belga nel quale nessuno ti può rivolgere una parola nella tua lingua, senza una presenza amica che ti tenga la mano o ti conforti è davvero una situazione che tocca il cuore. A Verardo che ha perduto la vita nella ricerca di un futuro migliore, rivolgo un pensiero di affetto e dico che la sua comunità non lo ha dimenticato.
 
NOTA GIUGNO 2023: In base ai documenti che Sergio Toscani (figlio di Elsa Bertucci) è riuscito a trovare e mi ha cortesemente spedito, Verardo è deceduto il 18/02/1954. Oltre alla lettera alla mamma, Sergio mi ha fatto pervenire alcune foto e il testo del "ricordino" funebre.
 

I versi che il parmense  Walter Vacca dedica ad un compagno leccese ucciso in miniera, raccontano frammenti del nostro recente passato e, in poche righe, evocano il sacrificio degli italiani nelle miniere del Belgio: 
 
Qualche cosa avevamo in comune:
la Patria il lavoro la miseria
Quasi non capivo il tuo dialetto strano
Ché dell’Italia eravamo ognuno ad un estremo
Ma nel fagotto che portavamo nella fossa
C’erano le stesse cose: pane, margarina e caffè amaro
La carne segnata da ogni pietra caduta
E nelle vene lo stesso sangue: sangue d’emigrante
Il masso quel giorno cadde e fu crudele e pesante
Troppo pesante per te piccolo leccese.
                                                                                             
 

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