ALFONSINA PRIMA DONNA AL GIRO D'ITALIA
Alfonsina Morini meglio conosciuta col cognome da coniugata (Strada) è un esempio di donna e atleta indomita libera e anticonformista. Alfonsina nasce a Castelfranco Emilia cittadina situata in provincia di Modena, lungo la Via Emilia, nel 1891 in una umile famiglia di braccianti, seconda di dieci figli. Si appassiona al ciclismo e partecipa a numerose competizioni locali. Viene soprannominata “il diavolo in gonnella” ed è osteggiata dalla famiglia per la sua passione. Nel 1915 sposa Luigi Strada che, invece, la incoraggia e addirittura le regala, il giorno delle nozze, una bicicletta da corsa nuova. L'anno successivo i due si trasferiscono a Milano, dove Alfonsina comincia ad allenarsi con serietà.
Nel 2024 è stato festeggiato l’evento che l’ha resa celebre ovvero la sua partecipazione come prima ed unica donna al Giro d’Italia del 1924 in gara coi ciclisti maschi.
Nell’articolo pubblicato da “Ciclismo su strada” (Aprile 2024) la giornalista Benedetta Acri scrive: Una pioniera delle due ruote e non solo. Alfonsina Morini, poi coniugata Strada, sembrava aver trovato il suo destino nel cognome del marito: grazie al suo coraggio e alla sua voglia di pedalare e macinare chilometri in bicicletta per il Bel Paese ha sfidato i pregiudizi ed è stata la prima e unica donna a partecipare al Giro d’Italia insieme agli uomini.
Al Giro parte e compie regolarmente 4 tappe: la Milano-Genova (arrivando con un'ora di distacco dal primo ma precedendo molti rivali), la Genova-Firenze (in cui si classifica al cinquantesimo posto su 65 concorrenti), la Firenze-Roma, giungendo con soli tre quarti d'ora di ritardo sul primo e davanti ad un folto gruppo di concorrenti, e la Roma-Napoli dove conferma la propria resistenza.
All’ottava tappa incidenti meccanici e cadute la perseguitano ed arriva fuori tempo massimo. Il direttore della Gazzetta, Emilio Colombo, che aveva permesso la partecipazione di Alfonsina al Giro e aveva capito quale curiosità suscitasse nel pubblico la prima ciclista italiana della storia, propone un compromesso: ad Alfonsina sarà consentito proseguire la corsa ma fuori gara. Lei acconsente e prosegue il suo Giro.
All'arrivo di ogni nuova tappa viene accolta da una folla che la acclama, la festeggia, la sostiene con calore e partecipazione.
La sfida contro i pregiudizi: una donna non può correre in bici
All’arrivo di tappa a Fiume, Alfonsina, distrutta, fa questa dichiarazione al Guerin Sportivo:
Sono una donna, è vero, e può darsi che non sia molto estetica e graziosa una donna che corre in bicicletta. Vede come sono ridotta? Non sono mai stata bella: ora sono un mostro. Ma che dovevo fare? La prostituta? Ho un marito al manicomio che devo aiutare ho una bimba al collegio che mi costa 10 lire al giorno. Ad Aquila avevo raggranellato 500 lire che spedii subito e che mi servirono per mettere a posto tante cose. Ho le gambe buone e i pubblici di tutta Italia (specie le donne e le madri) mi trattano con entusiasmo. Non sono pentita. Ho avuto delle amarezze, qualcuno mi ha schernita ma io sono soddisfatta e so di avere fatto bene.
Alfonsina continua a seguire il Giro fino a Milano, osservando gli stessi orari e gli stessi regolamenti dei corridori. Un giro di dodici tappe per un totale di 3.618 chilometri, che si conclude con la vittoria di Giuseppe Enrici. Dei 90 corridori partiti solo 30 arrivano a Milano e Alfonsina è tra loro.
Nel 1938, a Longchamp, conquista il record femminile dell'ora (35,28 km).
Rimasta vedova di Luigi Strada, Alfonsina si risposa a Milano, il 9 dicembre 1950, con un ex ciclista, Carlo Messori, con l'aiuto del quale continua nella sua attività sportiva fino a che non decide di abbandonare lo sport agonistico. Ma la sua passione per la bicicletta non viene meno. Apre, infatti, a Milano, un negozio di biciclette con una piccola officina per le riparazioni. Rimasta di nuovo vedova nel 1957, manda avanti da sola il negozio. Muore il 13 settembre del 1959 all'età di 68 anni, a causa di un incidente con la sua moto Guzzi 500.
La storia di Alfonsina donna anticonformista e atleta di valore è stata raccontata da libri, documentari, eventi, spettacoli teatrali, programmi televisivi e radiofonici, targhe. È commemorata anche in un francobollo speciale che ne celebra la straordinaria partecipazione al Giro. Tra gli omaggi più famosi e popolari la canzone del Trio Lescano “Bellezza in bicicletta”, dedicata proprio ad Alfonsina Strada.
Giuseppe Bonacini
Foto in alto: Francobollo speciale a lei dedicato da Poste Italiane
Foto in basso: Targa di una via a lei dedicata dal Comune di Milano
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